sono solo pensieri in ordine sparso

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1 giugno 2012

Nuvole a bassa quota




1.
Nuvole a bassa quota: questa era la descrizione adatta per quella mattina di maggio.
Non fredda o buia o triste, solo avvolta dalla nuvole a bassa quota.
Tutto era ovattato da quelle nuvole, da quei batuffoli che aleggiavano nell'aria, sul fiume, fra i rami.
Si sentiva strana, in bilico fra il normale e lo stapersuccederequalcosa. Aveva imparato ad ascoltare le sue sensazioni, aveva imparato a stare in guardia quando le avvertiva. Non sempre erano cose eclatanti ma comunque si poteva stare in allerta. Si guardò intorno, un capriolo che brucava tranquillo l'erba giovane e tenera in fondo al prato, una lepre poco distante che muoveva gli orecchi come fossero radar tesi a sentire eventuali intrusi in arrivo. Il suo cane era accucciato ai suoi piedi sonnacchiando. Aveva sempre più bisogno di dormire essendo ormai arrivato alla veneranda età di 12 anni. Fedele amico da sempre, tremava al pensiero di quando se ne sarebbe andato lasciandola sola.
Prese lo zaino e si avviò verso il fondo del prato, scendendo lentamente seguita da Arrow.
Aveva imparato ad attivare tutti i sensi insieme in modo da avere una maggiore sensibilità di quello che era attorno a lei. Pensava a quello che era stato, prima, molti anni prima della grande esplosione.
Lei non lo aveva vissuto, glielo avevano raccontato i vecchi, lo aveva letto sui libri, visto sui dvd.
Dopo la prima grande esplosione il mondo era rimasto attonito.
Comunicazioni interrotte, circa il 99% della popolazione volatizzato in un attimo, niente energia elettrica.
Era successo tutto in un attimo, un boato e l'onda d'urto aveva ucciso tutti quelli che non erano ben al riparo sotto terra per qualsiasi motivo fortunato. Le case, le auto, le cose insomma erano rimaste intatte.
I pochi sopravvissuti, umanità varia e variegata, aveva cercato di aggregarsi e di sopravvivere insieme. Si erano formati pochi nuclei nelle campagne per poter meglio nutrirsi una volta finite le scorte dei supermercati deserti.
Dopo 1 anno dalla grande esplosione senza che nessuno sapesse a che cosa o a chi fosse stata dovuta arrivarono le prime astronavi.
Enormi, d'argento, coprivano la visuale del sole e del cielo.
Lo sfruttamento delle risorse della terra iniziarono immediatamente dopo il loro avvistamento, tramite macchine che assomigliavano vagamente a degli umanoidi. Se tali congegni trovavano superstiti non esitavano a sterminarli. Cercavano pietra, volgare e normalissima pietra. Cominciarono dalle più grandi catene montuose.  Nel giro di pochi anni la catena dell'Himalaya fu solo un ricordo. Nel giro di 5 anni al posto delle Alpi e dei Pirenei erano rimasti solo grandi buchi.
Come erano arrivati se ne andarono dopo 7 anni di distruzione e sterminio senza nessun ritegno. Nessuno seppe mai chi fossero. 
Come ricordo ci  avevano però lasciato quasi tutte le macchine da estrazione che, impazzite e lasciate al loro destino, prima di collassare in pozze di metallo uccidevano tutto ciò che di vivo incontravano.
Unica difesa contro di loro una pallottola in quella che era la testa: erano così veloci che diventava  difficile sopravvivere ad un incontro.
E se quella mattina ne avesse incontrato uno?

4 commenti:

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