sono solo pensieri in ordine sparso

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13 febbraio 2014

un giorno qualunque














non attese il suono della sveglia per alzarsi.
la spense per non disturbare suo marito.
si alzò in silenzio, era ancora buio fuori.
le sei del mattino di un giorno qualunque. per il resto del mondo.
le piaceva l'aria del mattino, quando il buio spariva piano piano e si vedeva alzare la nebbiolina sul fiume.
ma ancora era troppo presto. svegliò  i figli e come tutte le mattine si lavò i denti e la faccia.
mentre strofinava con lo spazzolino incontrò i suoi occhi. distolse subito lo sguardo.
infilò lo spazzolino nel beauty case che aveva preparato la sera prima. si truccò, come tutte le mattine e si mise due gocce di profumo. infilò i pantaloni, il maglione e scese le scale.
mise una tazza di acqua nel microonde e ci versò un cucchiaio di orzo.
come tutte le mattine, un leggero profumo e un po' di acqua sporca da ingurgitare.
dopo 5 minuti scesero, con gli occhi abbottonati di sonno, il cervello ancora addormentato dei ventenni e le facce gonfie.
maschio e femmina, biondo e bruna, occhi chiari identici, lineamenti simili.
gemelli. affiatati. complici.
salirono in auto in silenzio, tutti e tre.
lei fece il conto mentalmente di quello che doveva aver fatto: messo la valigia nel bagagliaio, il beauty case anche, il cellulare nuovo, il libretto di risparmio, carta di identità, patente, documenti vari.
mentre viaggiavano per arrivare alla stazione  si ascoltava la radio, di sottofondo.
non una parola.
aveva una leggera tachicardia ma se la tenne tutta per se.
il cuore batteva come un tamburo, il cervello scalpitava, l'ansia cominciava a salire.
abbassò il volume dello stereo per dire
- ci fermiamo a fare colazione? è presto stamani.
al bar, con la brioche e il cappuccino li guardava. faceva fatica a tenere per se i sentimenti.
quando fecero per andarsene e salutarla lei parlò
- fate i bravi, non mi fate preoccupare e abbiate cura di voi.  vi voglio bene.
gli sfiorò le guance con la mano e quasi quasi una lacrima ce la fece a scappare.
li vide salire sull'autobus mentre la salutavano con la mano e scherzavano fra di loro e con il loro amici.
risalì in auto e partì. si fermò davanti alla banca in attesa dell'apertura.
prese il telefono nuovo e lo accese. aveva lasciato il suo a casa, dentro l'armadietto dei biscotti.
ripensò alle lettere che aveva lasciato la sera prima nella cassetta della posta e se le ripetè mentalmente.
svuotò il libretto a risparmio lasciandoci poche centinaia di euro e salì in macchina. si diresse verso la città.
non si permise di pensare a niente mentre le lacrime rigavano il suo volto.
non poteva rimanere.
la sera avrebbero trovato le lettere, si sarebbero resi conto che lei era andata via.
via da quella vita, da quegli affetti che aveva paura di sciupare con la sua fobia, via da tutto e da tutti.

non mi cercate, nemmeno a "Chi l'ha visto" (scherzavano sempre sul fatto che uno non poteva nemmeno scappare di casa in pace con la Sciarelli), aveva scritto nella carta che avvolgeva le lettere.

sarebbe mai tornata?



9 commenti:

  1. Esistono silenzi fatti di odori freddi, di aria frizzante e pungente sul viso. Proprio come quelle lacrime. Esistono momenti muti in cui un sapore intenso parla per noi, per le nostre quotidiane ed intime emozioni... così come esiste un'assenza di rumore che assorda il cuore di chi vorrebbe essere visto, ascoltato, con frastuono. Sono istanti mattutini che si svegliano con la terra, in un fragile istante in cui qualsiasi movimento minaccia la stabilità e l'armonia... e i pensieri vagano come storie abbandonate al vento, tra mille perchè e tra mille tentazioni di volare via.
    Perchè i cuori buoni sono forti, ma anche tanto fragili; soffrono e non vogliono essere causa di sofferenza. E credono che scappare sia la cosa migliore, per non intaccare la vita di coloro che amano. Eppure per far sì che questo non accada, devono invece rimanere, usare le loro ali per insegnare a volare... anche se talvolta questo pare un premio troppo grande e prezioso da dare a chi nemmeno sa capire l'essenza di un volo... <3 Forse tornerà con la mente.. ma sta già volando con l'anima... TVTTTTTB

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  2. chissà Ely, forse si forse no, ma tornare non è importante. a volte non è importante. difficile rimanere, vero?

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    1. Si.. immensamente difficile, tesoro mio... Immensamente. Ti abbraccio stretta con affetto <3

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  3. e che le era successo di così grave da mollar lì pure i figlioli?

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    1. presa per sfinimento....
      e non ce lo metto il lieto fine, faccio come te!

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  4. A volte si devono fare delle scelte dolorose nella vita, ma necessarie per ricominciare, per sentirsi nuovamente vivi, per imparare ad amarsi.
    Lasciami pensare però, che lei sia ritornata molto presto a prendersi i figli per dar loro la serenità che si meritano.
    un abbraccio

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    1. io non riuscire ad essere così "altruista" come mamma, non potrei vivere senza i miei due piccoli grandi rompiballe!

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  5. Pilacchi stavo per essere dissacrante come sempre... ma poi ho pensato che non era giusto visto i sentimenti profondi che questo tuo breve racconto comunica.... però concludo come avevo iniziato il commento che poi ho cancellato.


    Si tornerà!

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  6. certi registri di scrittura li sento proprio affini...
    bellissimo davvero

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