sono solo pensieri in ordine sparso

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5 novembre 2012

6.1 Gli olivi





Glory box, Portished






Da noi ci sono gli olivi testardi. 
Testardi quasi quanto i contadini, non si sa quale delle due specie ha preso dall'altra. 
Gli olivi sono testardi e testardamente crescono, spuntano, nascono e producono. 
In un terreno ingrato, fatto di galestro e di sassi quasi affioranti, con la nebbia che appare alla fine di ottobre e se ne va alla fine di marzo, con il fiume a due passi, con un vento incessante e dissacrante che smuove le radici di continuo, ma loro, testardi, nascono, cresco e producono.
E quando arriva il momento di brucare le olive si comincia la mattina a giorno e si finisce la sera a buio.
Novembre, il mese dei morti, il mese della nebbia e della pioggia. E sempre, quando si brucano le olive, la nebbiolina ti si infila addosso come fosse fatta di spilli, ti entra dentro le ossa e arrivi alla sera che ti fa male anche la punta dei capelli e non vedi l'ora di toglierti gli scarponi e mettere i piedi davanti al fuoco acceso nel caminetto. Quando non piove. Quella pioggia fine e infida, quella che ti ritrovi molle fino al midollo e non te ne sei neanchè accorto.
Ma alla fine, quando trascini le balle al frantoio e te ne torni a casa con gli otri dell'olio caricati sul carretto ti compiaci con te stesso, che anche per quest'anno hai l'olio fino alla prossima stagione e che, con il maiale e quel campo di grano su cui ti sei spaccato la schiena per seminare ti consentiranno di dare da mangiare a tutte le bocche di casa. 
Ringrazia gli olivi mentre cogli, diceva sempre la mia nonna, ringrazia gli olivi che ti restituiscono il favore per le cure che tu gli presti durante l'anno, ringrazia gli olivi bambino mio, diceva. 
E io ho sempre ringraziato, con fatica ma ho sempre ringraziato.

2 commenti:

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